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PATOLOGIE TRATTATE

Caviglia

FRATTURE MALLEOLARI

Le fratture malleolari sono lesioni piuttosto frequenti sia nei giovani che negli anziani. Se nei giovani sono spesse correlate a traumi violenti, verificatisi nel corso di attività sportive o di incidenti stradali, negli anziani possono essere riconducibili a banali cadute nell’ambiante domestico. La frattura può interessare solo il malleolo laterale (malleolo peroneale), solo quello mediale (malleolo tibiale) o, in casi meno frequenti, entrambi i malleoli (fratture bimalleolari o trimalleolari).

Per diagnosticare una frattura malleolare è spesso sufficiente un esame radiografico che, oltre a identificare la frattura, consente di capire se la stessa è composta o scomposta, a seconda della dislocazione dei frammenti ossei. In alcuni casi può essere utile effettuare ulteriori esami diagnostici come TAC o risonanza magnetica: il loro scopo è quello di valutare meglio la gravità della frattura e l’eventuale interessamento di altre strutture anatomiche come la sindesmosi, lesioni legamentose o cartilaginee.

I tipici sintomi di una frattura malleolare sono:

  • dolore acuto a livello della caviglia,
  • gonfiore ed ecchimosi,
  • dolorabilità al tatto,
  • l’impossibilità di deambulare caricando il peso sull’arto lesionato.

Il trattamento

Nel caso di fratture composte il trattamento generalmente non richiede un intervento chirurgico, ma la sola immobilizzazione dell’arto mediante gesso o tutore per circa 30 giorni. Nel caso di frattura scomposta è necessario un intervento chirurgico finalizzato a ridurre nel miglior modo possibile la frattura riallineando i frammenti ossei. La caviglia infatti è un’articolazione molto delicata le cui ossa (tibia, perone e astragalo) si incastrano come un preciso puzzle attraverso il quale passa tutto il peso del corpo durante il cammino e le attività sportive. Una riduzione imprecisa della frattura, anche di pochi millimetrigenera un malfunzionamento di questo ingranaggio che può comportare una cattiva guarigione caratterizzata da dolore, mancata ripresa delle attività quotidiane o sportive e un precoce consumo della cartilagine con sviluppo di artrosi (link a trattamento artrosi appena sarà pronto?).

Nel corso dell’intervento chirurgico viene effettuata un’incisione nella sede della frattura attraverso la quale il chirurgo riposiziona i frammenti ossei secondo il normale allineamento, ed applica specifici devices (mezzi di sintesi) come placche, viti o fili metallici per stabilizzare i frammenti e permetterne la guarigione.

La riabilitazione ed i tempi di recupero

Indipendentemente dal trattamento scelto (conservativo o chirurgico) i tempi biologici di guarigione di una frattura sono di circa 30-40 gg. Il periodo di immobilizzazione e di non carico sulla caviglia infortunata dipende da molteplici fattori quali tipo di frattura, tipo di trattamento ed età del paziente. Solitamente è possibile camminare senza stampelle dopo circa 30-35 gg.

A seconda del tipo di frattura, dopo un paio di settimane è consigliato iniziare un percorso riabilitativo specifico per recuperare il prima possibile la corretta funzionalità dell’articolazione, la forza muscolare e la consueta stabilità. Questo permette un ritorno alle attività sportive e quotidiane nel minor tempo possibile. In genere un ritorno ad attività sportive non di carico e senza contatto (come il ciclismo) è possibile a 6 settimane dal trauma mentre una ripresa di attività di attività sportive più traumatiche (come il calcio, il rugby o il basket) è possibile a circa 3 mesi.

Dopo un anno dall’intervento, una volta constatata la completa guarigione tramite appositi esami radiografici è possibile rimuovere viti e placche con una seconda semplice operazione. La rimozione delle viti e delle placche non è obbligatoria, solitamente si consiglia in pazienti giovani, sportivi o in quei pazienti che dovessero avvertire dei fastidi dalla presenza dei mezzi di sintesi.

Dott. Matteo Guelfi

Specialista in Ortopedia e Traumatologia.
Esperto nel trattamento delle patologie del piede e della caviglia.

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